Il contributo di Mario Ridolfi alla costruzione di un'identità italiana moderna, nella sua declinazione regionale, si sostanzia nelle sue architetture umbre, a partire dallo spartiacque del 1961, che segna il volontario esilio dell'architetto a Marmore. Attraverso l'analisi delle sue architetture, il libro ricostruisce l'itinerario mentale che Ridolfi ha percorso nell'elaborazione delle opere umbre, mettendo in luce l'interesse dell'architetto per la matericità dell'organismo architettonico, studiato in ogni minimo dettaglio affinché la perfezione dell'opera possa renderla 'cosa viva': nell'opera ridolfiana spirito e materia, arte e tecnologia si amalgamano in un unico oggetto, che sempre tende all'assoluto. A questo si intesse, in una trama di continui rimandi, lo studio dei caratteri peculiari del paesaggio umbro, dominato dalla figura di Francesco d'Assisi, utile e interessante confronto per tracciare i contorni della ricerca. The contribution made by Mario Ridolfi to the construction of a modern Italian identity, in its regional aspect, materialised in his Umbrian designs, starting from the watershed of 1961 which marked the voluntary exile of the architect in Marmore. Through the analysis of his architectural creations, the book reconstructs the mental itinerary pursued by Ridolfi in the elaboration of the Umbrian works, casting light on the architect's interest in the material consistency of the architectural organism, studied in the most minute detail so that the perfection of the work can render it a "living thing". In Ridolfi's work, spirit and matter, art and technology are amalgamated into a single object which always tends to the absolute. Bound up with this, in a play of continual cross-reference, is the study of the specific features of the Umbrian landscape, dominated by the figure of St. Francis of Assisi, as a fruitful and intriguing comparison to map out the contours of the research.