Scritta a cavaliere fra Due e Trecento e collocabile sul crinale fra la prosa ?media? e quella ?d?arte?, l?Istorietta troiana, versione anonima e parziale della terza redazione in prosa del fluviale Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure (ca. 1165), narra, con pregnanza emotiva e concisione stilistica, una parte di quella vicenda che s?era venuta costituendo nel Medioevo latino fondendo le storie di Darete Frigio e di Ditti Cretese e rivitalizzandole, nel mondo francese, alla luce della sensibilità del secolo XII. Le suggestioni del mito classico, filtrate da un tipico atteggiamento attualizzante, lasciano trapelare l?aspirazione a ideali di bellezza (Elena), di forza (Achille, Ettore) e di cortesia (la città di Troia) capaci di attirare un pubblico comunale che aspira a un?elevazione educativa e culturale. La filigrana stilnovista e la fine tessitura ritmica fanno, dell?Istorietta troiana, un gioiello ascrivibile, ante litteram, al genere del poème en prose.